Gagliano del Capo (Lecce)
Nell’ambito di LANDS END Contemporary Art Festival,
con il supporto della Regione Puglia - Assessorato alla Cultura, di SIAE | Sillumina - Copia privata per i giovani,
per la cultura e MiBACT,
Ramdom presenta
"Stati estremi di impossibilità"
Andrew Friend, Giorgio Garippa & Oliver Palmer, Brett Swenson, Matthew C. Wilson
A cura di Heba Amin e Francesca Girelli
Dal 29 luglio al 27 agosto 2017
Lastation (Piazzale Stazione 2, 1° piano Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca) / Piazza Immacolata, casa senza
numero civico
Orario: 19.00 - 23.00 / Ingresso libero / Inaugurazione: sabato 29 luglio, ore 19.00
Antonio De Luca "Sonàrie. Giardino d’attesa." Percorsi e luoghi d’ascolto. Installazione d’arte pubblica permanente
A cura di Ramdom
Dal 29 luglio 2017
Via della Libertà (alle spalle di Lastation / Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca)
www.ramdom.net - www.lastation.it / www.laends.net
Nell’ambito di LANDS END Contemporary Art Festival, a Gagliano del Capo dal 29 luglio al 27 agosto, Ramdom presenta la mostra “Stati estremi di impossibilità” e l’installazione d’arte pubblica permanente “Sonàrie. Giardino d’attesa” dell’artista Antonio De Luca.
A cura di Heba Amin e Francesca Girelli, la mostra collettiva “Stati estremi di impossibilità” riunisce cinque artisti coinvolti nelle ultime due edizioni della residenza internazionale DEFAULT di Ramdom: Andrew Friend, Giorgio Garippa & Oliver Palmer, Brett Swenson e Matthew C. Wilson.
I lavori, esposti negli spazi di Lastation al primo piano della Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca, ultima attiva nel sud-est d’Italia, e in una casa senza numero civico di Piazza Immacolata, rappresentano i risultati finali di un think-tank multidisciplinare, che invita gli artisti a riflettere su immaginari geografici legati allo spazio locale e su ciò che è storicamente identificato come De Finibus Terrae, Lands End o limite del mondo. Il progetto espositivo si inserisce, difatti, nella ricerca continua sulle Terre Estreme, lanciata da Ramdom nel 2014.
Per secoli, il pensiero di finis terrae ha catturato l’immaginario di sognatori e avventurieri vogliosi di raggiungere confini remoti e di scoprire territori sconosciuti. Le fantasie legate ai confini della terra hanno generato molteplici visioni creative fatte di narrazioni e immagini.
Considerando l'idea che la suggestività delle estremità terrestri possa diventare un catalizzatore di azioni culturali, il lembo più meridionale del Salento è diventato parte integrante del processo artistico della residenza interdisciplinare DEFAULT, organizzata da Ramdom con ricorrenza biennale presso Lastation a Gagliano del Capo.
Il progetto di residenza invita a sviluppare ricerche individuali e collettive, riflettendo sulle geografie immaginarie, sia storiche che contemporanee. Il fulcro delle indagini è l'analisi delle nozioni di terre estreme e dei loro effetti a livello personale, psicologico e artistico.
DEFAULT affronta temi legati al clima e alle condizioni ambientali, come strumenti che permettono diverse letture di paesaggi umani e naturali. Per i partecipanti che interagiscono con la realtà geopolitica e sociale del luogo, sperimentare la marginalità geografica del finibus terrae diventa una componente della produzione artistica. Le analisi delle complesse relazioni tra le frontiere e i loro mutamenti nel corso della storia rivelano gli spazi liminali che risiedono nei territori all'estremo. Con la finalità di allargare il discorso che riguarda le caratteristiche socio-antropologiche che definiscono queste aree, la residenza indaga le linee sottili tra le realtà ufficiali e quelle percettive.
Partendo dalle percezioni convenzionali del territorio, gli artisti in mostra provocano, criticano e spostano l'idea di geografia, ritenendola un ampio contenitore di vaste psico-topografie. Vengono considerati gli artifici e le intrinseche incongruenze che si nascondono nella demarcazione di confini, frontiere ed estremità geografiche.
Le opere esposte si interrogano su confini marittimi in costante cambiamento, orologi geologici che creano diverse stratificazioni temporali, transazioni internazionali di prodotti e persone, apparati di conoscenza paralleli che si sovrappongono grazie a sistemi di comunicazione tra specie diverse. “Stati estremi di impossibilità” adotta l’estremità come stato mentale per confrontarsi con una contemporaneità caratterizzata da identità nazionali fluide e frontiere che non sono più statiche. La ricerca di DEFAULT e i lavori che ne sono scaturiti enfatizzano stati di impossibilità che vengono plasmati dalle caratteristiche proprie delle terre estreme.
In mostra a Lastation:
Andrew Friend (Londra, 1985) - Crossing Two Seas (2015): Crossing Two Seas, il lavoro di Andrew Friend, rispecchia l’interesse per le situazioni incerte, investigando la zona grigia nell’irregolare confine immaginario tra il Mar Ionio e l’Adriatico, che ufficialmente si dividono nel Canale di Otranto, ma le cui correnti si incrociano nel Capo di Leuca. In questo modo l’artista ci guida a valutare i confini di realtà ufficiali e percepite.
Giorgio Garippa (Oristano, 1968) & Oliver Palmer (Harold Wood, 1982) - Untitled (2015): Giorgio Garippa e Oliver Palmer si concentrano su tematiche del viaggio e dell’immigrazione, come le storie dimenticate dei rifugiati che percorrono tragitti pericolosi per raggiungere le coste straniere, nello specifico quelle del Salento.
Brett Swenson (Chicago, 1987) - La/vora (2015): La ricerca artistica di Brett Swenson segue traiettorie sperimentali tra l’azione e la re-azione, l’intenzione e l’occasione. La/vora si manifesta come una moderna metamorfosi. A Punta Meliso, i resti fossili di antichi coralli, mura erose e pericolanti della Seconda Guerra Mondiale e i detriti accumulati dall’afflusso di migranti si fondono in un unico quadro.
In mostra in una casa senza numero civico di Piazza Immacolata:
Matthew C. Wilson (North Carolina, 1982) - La Grotta del Diavolo (2015): Matthew C. Wilson rievoca il passato della Grotta del Diavolo, che si trova su Punta Ristola ed è raggiungibile via mare e terra da due aperture, una frontale e l’altra posteriore. I resti di manufatti composti da ossa, conchiglie, armi e utensili al suo interno suggeriscono che fu abitata fin dal Neolitico.
Inoltre, Lastation ospita i lavori degli artisti che hanno partecipato a DEFAULT17: Nayari Castillo esplora strategie di sopravvivenza delle specie che inabitano le terre estreme; Valentina Bonifacio e Lucia Veronesi elementi di intrusione e contrasto con il paesaggio locale, umano e naturale; Ruben Brulat la relazione tra micro e macro scala e spiritualità; Devin Kovach diversi livelli di osservazione e di interazione con il territorio attraverso apparati ottici e di riproduzione.
Ramdom inaugura l’installazione d’arte pubblica permanente “Sonàrie. Giardino d’attesa” di Antonio De Luca, che si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione del territorio avviato da diversi anni dall’associazione di Gagliano del Capo.
L’intervento dell’artista si snoda alle spalle di Lastation, a ridosso dei binari ferroviari, tra sentieri e angoli di terzo paesaggio, dove l’invito è di vivere un’esperienza, una chiamata allo stare, ad abitare i luoghi attraverso l’ascolto. Un luogo dell’attesa segnato e tracciato dal suono, dove è il corpo in ascolto a disegnare la sua estensione e attraversarne il confine invisibile. È la dilatazione dello spazio sonoro, che cuce il dentro e il fuori, Il paesaggio sonoro e il tempo silenzioso dell’attesa: qui l’ascolto è fare un vuoto e abitarlo. Nidi e dispositivi sonori catturano il vento producendo un flusso in divenire di sequenze sonore.
L’installazione riprende, esteticamente e concettualmente, l’elemento tradizionale della luminaria - precedentemente reinterpretata per Ramdom da Carlos Casas all’interno di “Indagine sulle Terre Estreme 2015” con l’opera “Luminarie” collocata nel piazzale antistante la Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca e Lastation -, ma a prevalere non è la luce, bensì il suono. Se le luminarie si accendono solamente con la corrente elettrica, le Sonàrie celebrano in modi e direzioni più che mai imprevedibili il vento, elemento naturale caratteristico e sempre presente nel Salento.
LANDS END Contemporary Art Festival è un festival spontaneo, promosso da Capo d’Arte, Ramdom e NOON, in diversi spazi di Gagliano del Capo, in Salento.
Credit:
Veduta della mostra "Stati estremi di impossibilità", Andrew Friend, Crossing Two Seas, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Veduta della mostra "Stati estremi di impossibilità”, Brett Swenson, La/vora, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Veduta della mostra "Stati estremi di impossibilità", Giorgio Garippa & Oliver Palmer, Untitled, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Veduta della mostra "Stati estremi di impossibilità", Matthew C. Wilson, La Grotta del Diavolo, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Veduta dell’installazione, Antonio De Luca, Sonàrie. Giardino d’attesa, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Gagliano del Capo (Lecce)
Nell’ambito di LANDS END Contemporary Art Festival,
con il supporto della Regione Puglia - Assessorato alla Cultura, di SIAE | Sillumina - Copia privata per i giovani,
per la cultura e MiBACT,
Ramdom presenta
"Stati estremi di impossibilità"
Andrew Friend, Giorgio Garippa & Oliver Palmer, Brett Swenson, Matthew C. Wilson
A cura di Heba Amin e Francesca Girelli
Dal 29 luglio al 27 agosto 2017
Lastation (Piazzale Stazione 2, 1° piano Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca) / Piazza Immacolata, casa senza
numero civico
Orario: 19.00 - 23.00 / Ingresso libero / Inaugurazione: sabato 29 luglio, ore 19.00
Antonio De Luca "Sonàrie. Giardino d’attesa." Percorsi e luoghi d’ascolto. Installazione d’arte pubblica permanente
A cura di Ramdom
Dal 29 luglio 2017
Via della Libertà (alle spalle di Lastation / Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca)
www.ramdom.net - www.lastation.it / www.laends.net
Nell’ambito di LANDS END Contemporary Art Festival, a Gagliano del Capo dal 29 luglio al 27 agosto, Ramdom presenta la mostra “Stati estremi di impossibilità” e l’installazione d’arte pubblica permanente “Sonàrie. Giardino d’attesa” dell’artista Antonio De Luca.
A cura di Heba Amin e Francesca Girelli, la mostra collettiva “Stati estremi di impossibilità” riunisce cinque artisti coinvolti nelle ultime due edizioni della residenza internazionale DEFAULT di Ramdom: Andrew Friend, Giorgio Garippa & Oliver Palmer, Brett Swenson e Matthew C. Wilson.
I lavori, esposti negli spazi di Lastation al primo piano della Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca, ultima attiva nel sud-est d’Italia, e in una casa senza numero civico di Piazza Immacolata, rappresentano i risultati finali di un think-tank multidisciplinare, che invita gli artisti a riflettere su immaginari geografici legati allo spazio locale e su ciò che è storicamente identificato come De Finibus Terrae, Lands End o limite del mondo. Il progetto espositivo si inserisce, difatti, nella ricerca continua sulle Terre Estreme, lanciata da Ramdom nel 2014.
Per secoli, il pensiero di finis terrae ha catturato l’immaginario di sognatori e avventurieri vogliosi di raggiungere confini remoti e di scoprire territori sconosciuti. Le fantasie legate ai confini della terra hanno generato molteplici visioni creative fatte di narrazioni e immagini.
Considerando l'idea che la suggestività delle estremità terrestri possa diventare un catalizzatore di azioni culturali, il lembo più meridionale del Salento è diventato parte integrante del processo artistico della residenza interdisciplinare DEFAULT, organizzata da Ramdom con ricorrenza biennale presso Lastation a Gagliano del Capo.
Il progetto di residenza invita a sviluppare ricerche individuali e collettive, riflettendo sulle geografie immaginarie, sia storiche che contemporanee. Il fulcro delle indagini è l'analisi delle nozioni di terre estreme e dei loro effetti a livello personale, psicologico e artistico.
DEFAULT affronta temi legati al clima e alle condizioni ambientali, come strumenti che permettono diverse letture di paesaggi umani e naturali. Per i partecipanti che interagiscono con la realtà geopolitica e sociale del luogo, sperimentare la marginalità geografica del finibus terrae diventa una componente della produzione artistica. Le analisi delle complesse relazioni tra le frontiere e i loro mutamenti nel corso della storia rivelano gli spazi liminali che risiedono nei territori all'estremo. Con la finalità di allargare il discorso che riguarda le caratteristiche socio-antropologiche che definiscono queste aree, la residenza indaga le linee sottili tra le realtà ufficiali e quelle percettive.
Partendo dalle percezioni convenzionali del territorio, gli artisti in mostra provocano, criticano e spostano l'idea di geografia, ritenendola un ampio contenitore di vaste psico-topografie. Vengono considerati gli artifici e le intrinseche incongruenze che si nascondono nella demarcazione di confini, frontiere ed estremità geografiche.
Le opere esposte si interrogano su confini marittimi in costante cambiamento, orologi geologici che creano diverse stratificazioni temporali, transazioni internazionali di prodotti e persone, apparati di conoscenza paralleli che si sovrappongono grazie a sistemi di comunicazione tra specie diverse. “Stati estremi di impossibilità” adotta l’estremità come stato mentale per confrontarsi con una contemporaneità caratterizzata da identità nazionali fluide e frontiere che non sono più statiche. La ricerca di DEFAULT e i lavori che ne sono scaturiti enfatizzano stati di impossibilità che vengono plasmati dalle caratteristiche proprie delle terre estreme.
In mostra a Lastation:
Andrew Friend (Londra, 1985) - Crossing Two Seas (2015): Crossing Two Seas, il lavoro di Andrew Friend, rispecchia l’interesse per le situazioni incerte, investigando la zona grigia nell’irregolare confine immaginario tra il Mar Ionio e l’Adriatico, che ufficialmente si dividono nel Canale di Otranto, ma le cui correnti si incrociano nel Capo di Leuca. In questo modo l’artista ci guida a valutare i confini di realtà ufficiali e percepite.
Giorgio Garippa (Oristano, 1968) & Oliver Palmer (Harold Wood, 1982) - Untitled (2015): Giorgio Garippa e Oliver Palmer si concentrano su tematiche del viaggio e dell’immigrazione, come le storie dimenticate dei rifugiati che percorrono tragitti pericolosi per raggiungere le coste straniere, nello specifico quelle del Salento.
Brett Swenson (Chicago, 1987) - La/vora (2015): La ricerca artistica di Brett Swenson segue traiettorie sperimentali tra l’azione e la re-azione, l’intenzione e l’occasione. La/vora si manifesta come una moderna metamorfosi. A Punta Meliso, i resti fossili di antichi coralli, mura erose e pericolanti della Seconda Guerra Mondiale e i detriti accumulati dall’afflusso di migranti si fondono in un unico quadro.
In mostra in una casa senza numero civico di Piazza Immacolata:
Matthew C. Wilson (North Carolina, 1982) - La Grotta del Diavolo (2015): Matthew C. Wilson rievoca il passato della Grotta del Diavolo, che si trova su Punta Ristola ed è raggiungibile via mare e terra da due aperture, una frontale e l’altra posteriore. I resti di manufatti composti da ossa, conchiglie, armi e utensili al suo interno suggeriscono che fu abitata fin dal Neolitico.
Inoltre, Lastation ospita i lavori degli artisti che hanno partecipato a DEFAULT17: Nayari Castillo esplora strategie di sopravvivenza delle specie che inabitano le terre estreme; Valentina Bonifacio e Lucia Veronesi elementi di intrusione e contrasto con il paesaggio locale, umano e naturale; Ruben Brulat la relazione tra micro e macro scala e spiritualità; Devin Kovach diversi livelli di osservazione e di interazione con il territorio attraverso apparati ottici e di riproduzione.
Ramdom inaugura l’installazione d’arte pubblica permanente “Sonàrie. Giardino d’attesa” di Antonio De Luca, che si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione del territorio avviato da diversi anni dall’associazione di Gagliano del Capo.
L’intervento dell’artista si snoda alle spalle di Lastation, a ridosso dei binari ferroviari, tra sentieri e angoli di terzo paesaggio, dove l’invito è di vivere un’esperienza, una chiamata allo stare, ad abitare i luoghi attraverso l’ascolto. Un luogo dell’attesa segnato e tracciato dal suono, dove è il corpo in ascolto a disegnare la sua estensione e attraversarne il confine invisibile. È la dilatazione dello spazio sonoro, che cuce il dentro e il fuori, Il paesaggio sonoro e il tempo silenzioso dell’attesa: qui l’ascolto è fare un vuoto e abitarlo. Nidi e dispositivi sonori catturano il vento producendo un flusso in divenire di sequenze sonore.
L’installazione riprende, esteticamente e concettualmente, l’elemento tradizionale della luminaria - precedentemente reinterpretata per Ramdom da Carlos Casas all’interno di “Indagine sulle Terre Estreme 2015” con l’opera “Luminarie” collocata nel piazzale antistante la Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca e Lastation -, ma a prevalere non è la luce, bensì il suono. Se le luminarie si accendono solamente con la corrente elettrica, le Sonàrie celebrano in modi e direzioni più che mai imprevedibili il vento, elemento naturale caratteristico e sempre presente nel Salento.
LANDS END Contemporary Art Festival è un festival spontaneo, promosso da Capo d’Arte, Ramdom e NOON, in diversi spazi di Gagliano del Capo, in Salento.
Credit:
Veduta della mostra "Stati estremi di impossibilità", Andrew Friend, Crossing Two Seas, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Veduta della mostra "Stati estremi di impossibilità”, Brett Swenson, La/vora, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Veduta della mostra "Stati estremi di impossibilità", Giorgio Garippa & Oliver Palmer, Untitled, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Veduta della mostra "Stati estremi di impossibilità", Matthew C. Wilson, La Grotta del Diavolo, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Veduta dell’installazione, Antonio De Luca, Sonàrie. Giardino d’attesa, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis