Ramdom presenta
Simona Di Meo, Roberto Memoli, Nuvola Ravera, Jacopo Rinaldi
SINO ALLA FINE DEL MARE
Mostra di fine residenza, all'interno del progetto “Indagine sulle Terre Estreme”Lastation (1° piano Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca, Piazzale Stazione 2) e altri luoghi nel paese
e
HALLOpera di Luca Coclite, all'interno del progetto “Et in terra pacis”, a cura di Ramdom, con la collaborazione di Mattia Epifani
Corso Umberto I 37
Gagliano del Capo (Lecce)
21 dicembre 2017 - 21 gennaio 2018 (dal 15 gennaio su appuntamento)
Ingresso libero
A Gagliano del Capo, dal 21 dicembre 2017 al 21 gennaio 2018, Ramdom presenta la mostra di chiusura della residenza “Sino alla fine del mare” e l’opera d’arte visiva “HALL” dell’artista Luca Coclite.
Ramdom, con il sostegno del bando Residenze - Arti Visive SIAE | Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura e MiBACT, ha lanciato nel mese di maggio 2017 la call “Sino alla fine del mare” offrendo a quattro artisti under 35 l’opportunità di trascorrere una residenza di sei mesi, da giugno a dicembre 2017, a Gagliano del Capo, in provincia di Lecce.
Gli artisti selezionati - Simona Di Meo, Roberto Memoli, Nuvola Ravera e Jacopo Rinaldi -, presentano i lavori realizzati in una mostra collettiva negli spazi espositivi di Lastation, al primo piano della Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca, e in altri luoghi del paese.
Le residenze artistiche, all’interno del progetto “Indagine sulle Terre Estreme”, hanno l’obiettivo di creare una nuova mappatura del Capo di Leuca: agli artisti è stato chiesto di concepire una narrazione del territorio, fruibile dagli abitanti del posto come anche da chi visita questi luoghi occasionalmente.
I momenti di produzione delle opere sono stati affiancati da un programma di attività rivolte allo studio del paesaggio umano e naturale, che ha previsto anche il workshop del curatore Claudio Zecchi sulle pratiche performative.
Simona Di Meo (Roma, 1986) suggestionata dal segnale radiofonico che in alcuni punti di Gagliano del Capo si sovrappone a quello degli stati limitrofi, nel lavoro “Crossing borders is an intimate act” esplora il concetto di frontiera, mettendo in relazione le comunità che risiedono sul confine italiano, greco e albanese. L’artista ha raccolto le testimonianze della comunità locale e dato vita ad una campagna di affissioni nello spazio pubblico.
Con l’installazione “Intervallo” su una delle automotrici leggere che si fermano a Gagliano-Leuca, ultima stazione nel sud-est d’Italia, Jacopo Rinaldi (Roma, 1988) si concentra sul paesaggio in movimento attraverso immagini tratte da una pellicola di un cinegiornale datato 1935. L’artista ha sostituito i tendaggi di una delle storiche littorine che percorrono quotidianamente le linee delle Ferrovie del Sud Est con delle tende create appositamente. Un’opera in movimento.
Roberto Memoli (Modugno, 1989) realizza un’installazione sonora e un’opera video, “Verderame”, che richiama alla memoria l’usanza del fuoco acceso nella piazza centrale di Gagliano del Capo il giorno del solstizio d'inverno. Mentre il rito di buon auspicio è stato interrotto dagli anni Novanta, gli ulivi pugliesi sono colpiti da una malattia che provoca il loro rapido disseccamento. In occasione dell’inaugurazione, l’installazione sonora “accenderà” il centro cittadino, dalle ore 17.00 a mezzanotte, mentre l’installazione video sarà visitabile a Lastation.
Nuvola Ravera (Genova, 1984) è andata alla ricerca dei “residui psichici” di un paesaggio, sia antropizzato che naturale, isolandone alcuni elementi nodali. Il suo lavoro “Le storie dell’azzurro. Pratiche sulla soglia per malattie immaginarie” propone una serie di azioni reagenti, che funzionano tanto da lenitivo quanto da indicatore dei tratti del luogo da lei stessa rilevati e si sviluppano in vari posti del paese e a Lastation. Sono tracce disseminate negli spazi di confine e in luoghi di vita quotidiana. Una performance si svolgerà il giorno dell’opening nello storico Bar2000, a cadenza oraria, dalle ore 19.00 alle 22.00.
Inoltre, Ramdom presenta l’opera d’arte visiva “HALL” di Luca Coclite, nata da un’idea dell’artista in collaborazione con il regista Mattia Epifani. Concepita nel corso del 2017 all'interno del progetto “Et in terra pacis”, è stata realizzata grazie al contributo del bando Nuove Opere - Arti Visive SIAE | Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura e MiBACT.
Il lavoro video, che prende le forme di una videoinstallazione multimediale attraverso l’utilizzo di dispositivi intermediali, racconta tre storie che hanno attraversato dal 1960 ad oggi un luogo simbolico della storia del territorio salentino: l’ex centro di permanenza temporaneo Regina Pacis a San Foca, località balneare nel Comune di Melendugno.
In origine adibita tra la fine degli anni Sessanta e metà Ottanta a colonia estiva per bambini, la struttura è stata trasformata dal 1998 al 2006 nel più grande c.p.t. italiano, finito nella bufera di molti scandali giudiziari per le violenze subite dai rifugiati. Oggi è un ecomostro abbandonato che si appresta a diventare un resort a cinque stelle.
Regina Pacis rappresenta un luogo contraddittorio di passaggio e frontiera che, come il Salento, negli ultimi sei decenni ha vissuto una profonda metamorfosi segnata da tre differenti momenti della sua storia: l’epoca della tradizione e della dimensione popolare (ormai perduta), gli anni dell’immigrazione (dai Balcani e dal nord Africa) e l’era del turismo di massa. In continua trasformazione a seconda della funzione affidatale dal presente, nella sua concretezza, rimane indifferente ai destini di chi lo abita.
Nel display multimediale le tre diverse realtà si toccano al confine dello schermo, senza soluzione di continuità e dialogano con lo spettatore in maniera immersiva.
Si vuole riflettere sul tema dell’accoglienza, declinata secondo i suoi diversi significati: accoglienza turistica come risultato delle relazioni (il più delle volte fittizie) del turista con l’intero sistema locale, sistema d’accoglienza sul territorio rivolto ai richiedenti asilo, rifugiati e destinatari di protezione sussidiaria.
Vengono analizzati concetti chiave, tra cui la condivisione e il suo contradditorio, il luogo inteso come custode di memorie, reclusione, conflitto e contaminazione.
La mostra di chiusura della residenza “Sino alla fine del mare” e la presentazione dell’opera “HALL” sono parte del programma off di Lands End Contemporary Art Festival.
https://sinoallafinedelmare.ramdom.net
http://etinterrapacis.ramdom.net
www.ramdom.net
www.lastation.it
Credit:
Crossing borders is an intimate act, Simona Di Meo, Sino alla fine del mare - Ramdom, 2017, Courtesy the artist
Verderame, Roberto Memoli, Sino alla fine del mare - Ramdom, 2017, Courtesy the artist
Le storie dell’azzurro. Pratiche sulla soglia per malattie immaginarie, Nuvola Ravera, Sino alla fine del mare - Ramdom, 2017, Courtesy the artist
Intervallo, Jacopo Rinaldi, Sino alla fine del mare - Ramdom, 2017, Courtesy the artist
HALL, Luca Coclite, Et in terra pacis - Ramdom, 2017, Courtesy the artist
Ramdom presenta
Simona Di Meo, Roberto Memoli, Nuvola Ravera, Jacopo Rinaldi
SINO ALLA FINE DEL MARE
Mostra di fine residenza, all'interno del progetto “Indagine sulle Terre Estreme”Lastation (1° piano Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca, Piazzale Stazione 2) e altri luoghi nel paese
e
HALLOpera di Luca Coclite, all'interno del progetto “Et in terra pacis”, a cura di Ramdom, con la collaborazione di Mattia Epifani
Corso Umberto I 37
Gagliano del Capo (Lecce)
21 dicembre 2017 - 21 gennaio 2018 (dal 15 gennaio su appuntamento)
Ingresso libero
A Gagliano del Capo, dal 21 dicembre 2017 al 21 gennaio 2018, Ramdom presenta la mostra di chiusura della residenza “Sino alla fine del mare” e l’opera d’arte visiva “HALL” dell’artista Luca Coclite.
Ramdom, con il sostegno del bando Residenze - Arti Visive SIAE | Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura e MiBACT, ha lanciato nel mese di maggio 2017 la call “Sino alla fine del mare” offrendo a quattro artisti under 35 l’opportunità di trascorrere una residenza di sei mesi, da giugno a dicembre 2017, a Gagliano del Capo, in provincia di Lecce.
Gli artisti selezionati - Simona Di Meo, Roberto Memoli, Nuvola Ravera e Jacopo Rinaldi -, presentano i lavori realizzati in una mostra collettiva negli spazi espositivi di Lastation, al primo piano della Stazione Ferroviaria Gagliano - Leuca, e in altri luoghi del paese.
Le residenze artistiche, all’interno del progetto “Indagine sulle Terre Estreme”, hanno l’obiettivo di creare una nuova mappatura del Capo di Leuca: agli artisti è stato chiesto di concepire una narrazione del territorio, fruibile dagli abitanti del posto come anche da chi visita questi luoghi occasionalmente.
I momenti di produzione delle opere sono stati affiancati da un programma di attività rivolte allo studio del paesaggio umano e naturale, che ha previsto anche il workshop del curatore Claudio Zecchi sulle pratiche performative.
Simona Di Meo (Roma, 1986) suggestionata dal segnale radiofonico che in alcuni punti di Gagliano del Capo si sovrappone a quello degli stati limitrofi, nel lavoro “Crossing borders is an intimate act” esplora il concetto di frontiera, mettendo in relazione le comunità che risiedono sul confine italiano, greco e albanese. L’artista ha raccolto le testimonianze della comunità locale e dato vita ad una campagna di affissioni nello spazio pubblico.
Con l’installazione “Intervallo” su una delle automotrici leggere che si fermano a Gagliano-Leuca, ultima stazione nel sud-est d’Italia, Jacopo Rinaldi (Roma, 1988) si concentra sul paesaggio in movimento attraverso immagini tratte da una pellicola di un cinegiornale datato 1935. L’artista ha sostituito i tendaggi di una delle storiche littorine che percorrono quotidianamente le linee delle Ferrovie del Sud Est con delle tende create appositamente. Un’opera in movimento.
Roberto Memoli (Modugno, 1989) realizza un’installazione sonora e un’opera video, “Verderame”, che richiama alla memoria l’usanza del fuoco acceso nella piazza centrale di Gagliano del Capo il giorno del solstizio d'inverno. Mentre il rito di buon auspicio è stato interrotto dagli anni Novanta, gli ulivi pugliesi sono colpiti da una malattia che provoca il loro rapido disseccamento. In occasione dell’inaugurazione, l’installazione sonora “accenderà” il centro cittadino, dalle ore 17.00 a mezzanotte, mentre l’installazione video sarà visitabile a Lastation.
Nuvola Ravera (Genova, 1984) è andata alla ricerca dei “residui psichici” di un paesaggio, sia antropizzato che naturale, isolandone alcuni elementi nodali. Il suo lavoro “Le storie dell’azzurro. Pratiche sulla soglia per malattie immaginarie” propone una serie di azioni reagenti, che funzionano tanto da lenitivo quanto da indicatore dei tratti del luogo da lei stessa rilevati e si sviluppano in vari posti del paese e a Lastation. Sono tracce disseminate negli spazi di confine e in luoghi di vita quotidiana. Una performance si svolgerà il giorno dell’opening nello storico Bar2000, a cadenza oraria, dalle ore 19.00 alle 22.00.
Inoltre, Ramdom presenta l’opera d’arte visiva “HALL” di Luca Coclite, nata da un’idea dell’artista in collaborazione con il regista Mattia Epifani. Concepita nel corso del 2017 all'interno del progetto “Et in terra pacis”, è stata realizzata grazie al contributo del bando Nuove Opere - Arti Visive SIAE | Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura e MiBACT.
Il lavoro video, che prende le forme di una videoinstallazione multimediale attraverso l’utilizzo di dispositivi intermediali, racconta tre storie che hanno attraversato dal 1960 ad oggi un luogo simbolico della storia del territorio salentino: l’ex centro di permanenza temporaneo Regina Pacis a San Foca, località balneare nel Comune di Melendugno.
In origine adibita tra la fine degli anni Sessanta e metà Ottanta a colonia estiva per bambini, la struttura è stata trasformata dal 1998 al 2006 nel più grande c.p.t. italiano, finito nella bufera di molti scandali giudiziari per le violenze subite dai rifugiati. Oggi è un ecomostro abbandonato che si appresta a diventare un resort a cinque stelle.
Regina Pacis rappresenta un luogo contraddittorio di passaggio e frontiera che, come il Salento, negli ultimi sei decenni ha vissuto una profonda metamorfosi segnata da tre differenti momenti della sua storia: l’epoca della tradizione e della dimensione popolare (ormai perduta), gli anni dell’immigrazione (dai Balcani e dal nord Africa) e l’era del turismo di massa. In continua trasformazione a seconda della funzione affidatale dal presente, nella sua concretezza, rimane indifferente ai destini di chi lo abita.
Nel display multimediale le tre diverse realtà si toccano al confine dello schermo, senza soluzione di continuità e dialogano con lo spettatore in maniera immersiva.
Si vuole riflettere sul tema dell’accoglienza, declinata secondo i suoi diversi significati: accoglienza turistica come risultato delle relazioni (il più delle volte fittizie) del turista con l’intero sistema locale, sistema d’accoglienza sul territorio rivolto ai richiedenti asilo, rifugiati e destinatari di protezione sussidiaria.
Vengono analizzati concetti chiave, tra cui la condivisione e il suo contradditorio, il luogo inteso come custode di memorie, reclusione, conflitto e contaminazione.
La mostra di chiusura della residenza “Sino alla fine del mare” e la presentazione dell’opera “HALL” sono parte del programma off di Lands End Contemporary Art Festival.
https://sinoallafinedelmare.ramdom.net
http://etinterrapacis.ramdom.net
www.ramdom.net
www.lastation.it
Credit:
Crossing borders is an intimate act, Simona Di Meo, Sino alla fine del mare - Ramdom, 2017, Courtesy the artist
Verderame, Roberto Memoli, Sino alla fine del mare - Ramdom, 2017, Courtesy the artist
Le storie dell’azzurro. Pratiche sulla soglia per malattie immaginarie, Nuvola Ravera, Sino alla fine del mare - Ramdom, 2017, Courtesy the artist
Intervallo, Jacopo Rinaldi, Sino alla fine del mare - Ramdom, 2017, Courtesy the artist
HALL, Luca Coclite, Et in terra pacis - Ramdom, 2017, Courtesy the artist